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La mia casa a Busachi - SARDEGNA
Foto di Luigi Bossalino |
Busachi è un gioiello di trachite rosa.
IL FIUME , IL LAGO, IL MARE..
Il suo territorio, abitato sin dal neolitico, è ricco di testimonianze e insediamenti risalenti a epoche nuragica, punica e romana.
Ebbe lo sviluppo più importante durante il medioevo quando, compreso nel Giudicato di Arborea, divenne il capoluogo della curatoria del Barigadu e crebbe intorno a tre rioni che costituiscono l'attuale centro storico, rispettivamente, dal più antico al più recente: Busache 'e susu, Busache 'e josso e Campu Maiore.
È oggi un piccolo ed accogliente borgo di circa 1300 abitanti, adagiato su un pendio ad anfiteatro, dal quale lo sguardo si apre verso la valle del Tirso e le colline del Montiferru.
Il Tirso e il pianoro di Lodduo
Si passa quindi sotto le imponenti rupi di Monte Maiori e si prende un sentiero sulla destra che porta al Nuraghe Paranu Antoni: si prosegue, si oltrepassa una piccola collina e si raggiunge la confluenza del Flumineddu col Tirso. L'orizzonte è dominato dalla poderosa mole della diga Cantonera, mentre in basso la diga di Pranu Antoni forma un piccolo ma suggestivo laghetto che si incunea nella valle del Flumineddu verso Allai.
Una comoda pista si inerpica quindi nel pianoro di Lodduo sino al nuraghe e alla chiesa di Santa Maria. In basso si apre la valle tra il Grighini e Fordongianus, caratterizzata dalla presenza delle "terre rosse". Un sentiero, passando tra i boschi, scende dal pianoro, incontrando l'acquedotto romano: qui sono presenti alcune cave dalle quali si estrae la "trachite rossa".
Si passa quindi sotto le imponenti rupi di Monte Maiori e si prende un sentiero sulla destra che porta al Nuraghe Paranu Antoni: si prosegue, si oltrepassa una piccola collina e si raggiunge la confluenza del Flumineddu col Tirso. L'orizzonte è dominato dalla poderosa mole della diga Cantonera, mentre in basso la diga di Pranu Antoni forma un piccolo ma suggestivo laghetto che si incunea nella valle del Flumineddu verso Allai.
Una comoda pista si inerpica quindi nel pianoro di Lodduo sino al nuraghe e alla chiesa di Santa Maria. In basso si apre la valle tra il Grighini e Fordongianus, caratterizzata dalla presenza delle "terre rosse". Un sentiero, passando tra i boschi, scende dal pianoro, incontrando l'acquedotto romano: qui sono presenti alcune cave dalle quali si estrae la "trachite rossa".
Le domus de Janas e Le domus di Gularis sono invece ubicate nella parete rocciosa che incombe sulla statale per Busachi: qui la roccia appare lavorata dagli agenti atmosferici in forme bizzarre. Dalle domus, con una piccola devizione si può raggiungere il nuraghe Putzola, su di uno sperone roccioso che domina la sottostante vallata.
Le domus de janas e i nuraghi
Non distante dalle splendide domus di Grugos sorge il nuraghe Santa Marra, un vasto complesso con diversi ambienti collegati da lunghi corridoi. Intorno sono riconoscibili i basamenti delle abitazioni ed un piccolo pozzo alimentato da acqua sorgiva, il tutto circondato da una poderosa cerchia di mura a quadrilatero, provvista di torrette agli angoli, che raggiunge i due metri e mezzo d'altezza.
Fordongianus : AREA ARCHEOLOGICA TERME ROMANE
Fordongianus è un grazioso paese di poco più di mille abitanti, incastonato tra i dolci declivi del Monte Grighine e un'ampia ansa del fiume Tirso.Immerso nel verde della macchia mediterranea e della flora e fauna fluviale, si caratterizza per la presenza di sorgenti termali con temperature tra i 40 e i 54 gradi e per un'architettura tradizionale che fa ampio uso della pietra trachite, così abbondante nel territorio da costituire anche un'importante risorsa economica. La tradizione del termalismo ha radici lontane, che affondano nel I sec. ac., quando i Romani iniziarono a sfruttare in modo sistematico la sorgente termale in località Caddas. Il primo insediamento fu Aquae Hypsitanae, presidio militare nato per controllare il vicino territorio della Barbaria e che sotto Traiano (98-117 d.C.) prese il nome di Forum Traiani, trasformandosi in importante centro commerciale a metà strada tra Turris Libisonis e Karalis. A testimonianza dell'antico splendore della città rimane il complesso termale costituito da un primo stabilimento del I sec. d.C. con piscina e porticato, utilizzato a scopo terapeutico, ed una seconda struttura del III sec. utilizzata a scopo igienico. Sempre al I secolo risalgono i resti dell'anfiteatro; nel territorio inoltre i resti dell'acquedotto, tratti di strada lastricata e tracce di murature nel centro abitato. In epoca bizantina la città mantiene il ruolo militare quale sede del dux, capo supremo dell'esercito bizantino in Sardegna e sede vescovile, in relazione all'importanza acquisita quale luogo di culto del Martire Lussorio. A ricordo di quest'ultimo resta nelle vicinanze del paese la Chiesa di S. Lussorio. Costruita nel XII secolo sui resti di due precedenti edifici, custodisce un ipogeo con la sepoltura del martire, al quale i Fordongianesi sono ancora oggi molto devoti. Nel centro storico del paese altri due edifici interessanti sono la Casa Aragonese, abitazione aristocratica datata alla fine del 1500, realizzata con la trachite rossa locale e riccamente decorata con motivi in stile tardo gotico- aragonese e la Chiesa Parrocchiale, dedicata a San Pietro, in stile neo gotico, e che conserva all'interno una cappella appartenente al precedente edificio cinquecentesco.Oggi Fordongianus porta avanti la sua vocazione al termalismo grazie alla presenza di due stabilimenti; la struttura termale Is Bangius, risalente al 1800 e alimentata da una sorgente termale di 40° di temperatura, ed il complesso termale "Grand Hotel Terme - Thermae Ypsitanae".
IL NURAGHE LOSA DI ABBASANTA
Non è stato portato alla luce del tutto, ma sono state evidenziate soprattutto le strutture megalitiche di età nuragica. Restano ancora da indagare sia l’originario agglomerato di abitazioni nuragiche sia quelli sovrappostisi in età successive.
All’esterno, il nuraghe è unito su un fianco a un tratto di antemurale munito di torri. Davanti all’ingresso principale del nuraghe sorge un grande edificio circolare provvisto di due ingressi e di due nicchioni. L’area dell’insediamento, estesa per ben tre ettari e mezzo, è interamente racchiusa da una poderosa muraglia provvista di alcune porte e torrette.
SANTONI, Vincenzo, Il nuraghe Losa di Abbasanta, collana Sardegna Archeologica, Carlo Delfino editore, Sassari, 2004.
Tra Fordongianus e le dighe di sa Cantonera e Pranu Antoni il Tirso scorre in una splendida valle, sempre ricca di vegetazione. Dal paese una stradina in sponda sinistra permette di costeggiarla tra una bella vegetazione con numerosi esemplari di roverella. Dove il fiume compie una larga ansa l'alveo si allarga: è il rifugio di una notevole fauna avicola, con aironi anatre e gallinelle d'acqua.
Le necropoli preistoriche di Fordongianus sono inserite in contesti ambientali di grande valore che ne esaltano l'importanza. Le Domus di Domigheddas sono scavate in una stretta valle raggiungibile con un sentiero dalla strada per Allai. Le pareti di roccia racchiudono un piccolo ruscello alimentato da una sorgente.
Busachi vanta la presenza di circa settanta tombe ipogeiche comunemente note come domus de janas.
Risalenti all'Età del Rame, raccontano dello stazionamento nella valle del Tirso delle popolazioni alla ricerca del metallo prezioso.
Sono numerose le località in cui si possono ammirare, raramente in grotticelle singole e più spesso in agglomerati pluricellulari, come a Cottejana a ridosso del rione Campu Majore, con le sue 22 domus in ordinata sequenza. Con le stesse caratteristiche, pur con qualche variante, si trovano nelle località di Maniele, Contra e Grugos. Quest'ultima, situata vicino alla diga Eleonora d'Arborea, presenta la protome taurina che rappresenta il dio toro, la divinità maschile simbolo di forza mentre la dea Madre, simbolo di fertilità e raffigurata attraverso due fossette rovesciate, è stata sommersa con l'innalzamento delle acque dell'invaso ''Eleonora D'Arborea'', sul fiume Tirso.
Sono numerosi gli insediamenti che documentano la presenza delle antiche popolazioni nuragiche nell'attuale territorio del Comune di Busachi. Tra i più significativi il nuraghe Saolle caratterizzato dagli enormi blocchi di granito; quello de Sa Jacca detto anche Nuraghe 'e su cungiau 'e Cotte, noto per la particolare forma a navicella tipica delle costruzioni megalitiche rinvenibili anche nelle Baleari.
Il complesso archeologico del Nuraghe Losa è stato oggetto di diverse campagne di scavo già dalla fine dell’Ottocento e per tutto il corso del Novecento.
Il nucleo delle strutture preistoriche è costituito da un nuraghe a tholos di tipo complesso a pianta trilobata, svettato in corrispondenza del piano superiore. Il nuraghe si articola in una torre principale troncoconica intorno alla quale sono disposte tre torri minori unite da cortine murarie a contorno concavo-convesso.
Diversamente da altri nuraghi dalla struttura complessa, il nuraghe Losa non presenta il cortile, cioè lo spazio interno scoperto di raccordo fra le camere. Il nuraghe si apre all’esterno con due ingressi sopraelevati sul piano di campagna: quello principale a sud-est immette nella camera della torre centrale attraverso un corridoio che si raccorda anche con le camere delle due torri laterali; l’altro secondario a nord immette nella camera della torre posteriore la quale a sua volta si collega autonomamente tramite una scala alla parte sommitale del nuraghe.
Tra le camere interne si distingue per ampiezza quella centrale. Essa conserva intatta la tholos (falsa cupola) ed è dotata di tre nicchie alle pareti. Una scala, contenuta nello spessore dei muri della torre centrale, sale a spirale collegando questa camera con quella superiore e con la sommità della stessa torre.
I reperti fino ad ora recuperati permettono di assegnare le fasi più antiche di vita del complesso alla fine del Bronzo Medio e al Bronzo Recente (XIV – XIII sec. a. C.). Al Bronzo Finale (XII – X sec. a. C.) e alla prima età del Ferro (IX –VIII sec. a.C.) risale una quantità di reperti ceramici e bronzei tale da indicare un’intensa frequentazione. Il sito è stato occupato anche in epoca storica: dal periodo tardo-punico (IV – III sec. a. C.) all’età romana repubblicana (II – I sec. a. C.), all’età romana imperiale (I – III sec. d. C.), al periodo tardo-romano (IV –V sec. d. C.), fino all’età bizantina (VI – VIII sec. d. C.).
FONTI BIBLIOGRAFICHE:
LILLIU, Giovanni, La civiltà dei Sardi, Edizioni Il Maestrale, Nuoro, 2003.
A Busachi in questo splendido contesto e a 38 km da Oristano sorge Domus Mea dove vivo in un contesto di unione con le leggi della natura.
Se vuoi venire a trovarmi qui la vita è semplice e la natura , l'aria, il sole, l'acqua sono pure e incontaminate
Scrivimi:
guariresestessi@gmail.com
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